Ci sono momenti storici in cui è necessario raccogliere sfide importanti. L’assemblea elettiva del Csi Brescia potrebbe essere stato uno di quelli. Don Claudio Paganini, ex consulente ecclesiastico nazionale, ha fornito un assist ambizioso al comitato bresciano, riunitosi nell’auditorium del Centro Paolo VI, in città. “Il Csi nacque nel 1944 – ha ricordato il parroco di San Giorgio Cellatica -, quando Luigi Gedda portò i migliori dirigenti espressione di Azione Cattolica nel mondo sportivo. Negli anni Sessanta i vescovi italiani chiesero un gruppo sportivo in ogni parrocchia. Recentemente ho avuto modo di intervistare alcune vecchie glorie del Brescia. Ognuno di loro mi ha ricordato l’importanza dello sport in oratorio, di non arrendersi al suo declino. Il Csi compie 80 anni. Nell’anno del Giubileo torniamo alle origini, operiamo scelte nette. Riuniamo, a partire da Brescia, il mondo sportivo cristiano sotto la bandiera del Csi, scelto dalla Chiesa come ente di riferimento. Restituiamo autorevolezza agli oratori, diventiamo capofila di un nuovo percorso nel segno dell’unione e delle idee”.
Un passaggio che il vescovo Pierantonio Tremolada controlla alla perfezione, passando la palla al Csi: “La nostra Diocesi c’è. Siamo a disposizione. Chiediamo solamente di essere coinvolti e aiutati a capire cosa possiamo fare. Il nostro appoggio non mancherà”. Tremolada, peraltro, non nasconde il suo passato da calciatore. “Ero centrocampista, il classico fantasista che faceva fare gol agli attaccanti. Dietro alla sigla Csi c’era qualcosa di magico, che sapeva di confronto, competizione, vita. Quella passione si è poi evoluta e nel mio pensiero sono emerse le ragioni profonde che ci animavano. C’è una dimensione educativa nello sport, in cui è possibile dare espressione della propria umanità. Ne abbiamo profondamente bisogno. Il rischio di oggi è rimanere in superficie, ancorati a modelli di comunicazione frettolosa, insipida. Nello sport, invece, si coglie la vita nella sua bellezza e nella sua profondità. Lo sport è cultura, la forma più popolare della cultura. E cos’è la cultura se non l’arte del saper vivere? Non è qualcosa di accademico o astratto. Significa avere un’idea seria e concreta della vita, figlia di valori da coltivare e tramandare”.
Anche la politica si affianca a questa missione con l’intervento dell’assessore allo sport Alessandro Cantoni: “Il Comune di Brescia sta lavorando per rimodernare le strutture cittadine in linea con le nuove esigenze delle famiglie e intende investire facendo rete anche con le parrocchie. Garantiremo gioco di squadra”.