Quanto sono lunghi quattordici anni? Inscatolare il tempo in analisi oggettive è un esercizio che rasenta l’utopia. L’essere umano, per sua natura, fatica ad instaurare una relazione serena con l’orologio. Lo scorrere delle lancette è profondamente influenzato da una miriade di fattori che condizionano percezioni e analisi.
Era il maggio del 2010 quando l’idea di CalcioBresciano prese forma. Una scintilla potente, che scatenò una reazione immediata, animata da una buona dose di convinzione e di coraggio.
Un’idea è come un blocco di marmo. Ha potenzialità, ma va lavorato, levigato, scolpito, inciso. L’artista lo deve accarezzare e ferire, decorare e scalfire. Ci deve riversare pelle e sudore, dedizione ed emozioni. In ginocchio, in piedi, ricurvo. Mentre il tempo scorre. Non importa quanto ne serva: contano il viaggio, l’esperienza maturata, la possibilità, un giorno, di potersi staccare fisicamente da quell’opera per fare tre passi indietro e guardarla nel suo complesso.
Quel giorno è arrivato e, allontanandoci per uno sguardo d’insieme, abbiamo compreso di non poterci limitare alla creazione di una singola statua. Occorreva un gruppo scultoreo all’interno del quale ogni opera fosse indipendente ma allo stesso tempo collegata alle altre. Per quale motivo? Per il semplice fatto che la nostra missione editoriale non può ancora definirsi completa. In questi anni ci siamo focalizzati su un territorio specifico, quello bresciano, con il chiaro intento di garantire copertura mediatica, servizi e visibilità all’ampia base della piramide del calcio, quella dilettantistica, storicamente secondaria rispetto alle gesta dei professionisti. Senza dimenticare l’Olimpo del calcio ci siamo dedicati innanzitutto alla valorizzazione dei piani bassi: dalla Serie D alla Terza Categoria, senza dimenticare giovanili e femminile.
Non basta. Sotto il piano terra, negli scantinati, sono conservati tesori di inestimabile valore che meritano di essere portati alla luce. Un patrimonio immenso, sbirciato di tanto in tanto, ma avvolto da polvere e ragnatele che non merita.
Ecco la nostra nuova sfida: ampliare l’orizzonte del calcio locale senza escludere nessuno, garantendo davvero a tutti visibilità, spazio e il giusto riconoscimento. Vale soprattutto per chi, da troppo tempo, si accontenta di poco, troppo poco. Il calcio conta, ed è qualcosa di davvero prezioso, ma non possono essere le categorie a determinarne la caratura e l’effettivo impatto sulle vite di singole persone o di intere comunità.
Riteniamo questo progetto il tassello mancante di un mosaico splendido, ma incompleto, all’interno del quale potranno generarsi ulteriori universi paralleli. Già, Calcioa7.com va pensato come una grande Matrioska che ad oggi contiene al suo interno solamente una bambola, quella bresciana, ma che in prospettiva potrà avere innumerevoli cloni collegati ad altre province le quali, insieme, potranno mostrare al sistema calcio, finalmente a chiare lettere, il potenziale immenso del calcio amatoriale e dei singoli territori.
Una visione globale, ancorata al locale. Solo quel giorno faremo altri tre passi indietro, osserveremo il risultato e immagineremo il futuro. Ora solo sogni, sudore, coraggio e… tempo.
Bruno Forza