"Il rispetto viene prima di tutto". Parla Luigi Iannuzzelli, direttore di gara dal 1981

“Peccato siano gli ultimi anni in campo per via dell’età, so che mi peserà lasciare questo mondo ma non rinnego nulla di quella che ancora oggi è una passione”. Luigi Iannuzzelli, direttore di gara CSI Brescia classe 1954, da quasi mezzo secolo arbitra sui campi della Lombardia ma alla “pensione” per ora non vuole pensare. Il suo senso del dovere e il rispetto per le regole sono ancora intatti come agli esordi.

 

Riviviamo assieme il tuo percorso calcistico.

“Ho iniziato ad arbitrare in FIGC nel 1981, la mia prima volta fu a Prevalle. Ho fatto tutta la trafila delle giovanili fino ad arrivare in Seconda Categoria. Per raggiunti limiti di età sono passato prima ad AICS nel 1995 e quindi al CSI nel 2003. Tirando le somme, quello in corso è il 43esimo anno di attività”.

 

Com’è maturata l’idea di diventare direttore di gara?

“Un po’ per curiosità, un po’ perché in questa veste mi ci ritrovavo. Nel mio piccolo ho sempre cercato di infondere l’idea di rispettare gli avversari e le decisioni arbitrali. Quasi un modo per comunicare a chi mi stava intorno che nel calcio la correttezza dovrebbe essere sempre davanti a tutto. Predico il concetto di rispetto da molto prima che la Uefa introducesse quel logo “respect” sulle maniche delle divise. Questo per far capire con quale spirito mi sono rapportato con questa passione”.

 

E sei sempre riuscito nella tua missione?

“Nella società odierna la furbizia la fa da padrone e un po’ mi sono rassegnato, ma non cambio idea e non perdo occasione per ricordarlo in campo. C’era più rispetto negli anni passati, a qualunque età ci si dava del Lei, ma a distanza di anni c’è ancora chi riconosce questo mio modo di essere. Intendiamoci, questo non vuol certo dire che oggi condanno tutto e tutti. Ci sono giocatori e dirigenti che accettano di buon grado l’errore, così come chi non perdona nemmeno un fallo laterale invertito”.

 

C’è stato un episodio che vorresti cancellare, che magari ti ha fatto pensare di smettere?

“È innegabile che a volte occorra sottostare a certe situazioni, soprattutto nei tornei notturni. Ma i momenti difficili si superano e posso dire che non ho mai pensato veramente di mollare. Ricordo una volta un sindaco, nonché dirigente di una società, che a fine gara provò a imporsi affermando di essere un pubblico ufficiale. Ma non ebbi timore a rapportarmi con lui e alla fine si zittii”.

 

 

E invece un ricordo positivo che porterai sempre con te?

“Sicuramente essere stato designato per le finali giovanili di Riccione negli anni Novanta, così come ai nazionali di Brescia qualche anno dopo. Un’altra soddisfazione fu poi quando nel 1997 mi premiarono come miglior arbitro della stagione con la Coppa Fair Play”.

 

Come ci si tappa le orecchie di fronte alle proteste?

“Una delle prime cose che insegnavano ai corsi era di estraniarsi dai commenti del pubblico. A volte è veramente difficile e verrebbe istintivo rispondere ma logicamente bisogna un po’ ingoiare e sforzarsi di sopportarlo. È normale che dagli spalti arrivi di tutto e spesso da parte di chi nemmeno conosce il regolamento. Quasi sempre è più facile chiarirsi con i giocatori”.

 

Tu che sei un arbitro di lunga data, come vedi la tecnologia nel calcio?

“Tocchiamo un tasto dolente. Non mi spiego perché il nostro settore debba adottare delle regole che vanno a complicare inutilmente il nostro lavoro. La tecnologia dovrebbe aiutare, ma se poi subentra la malafede di chi la gestisce, allora tanto valeva accettare le decisioni della terna e basta”.

 

Chiusura riservata al nostro campionato Open. A cosa si deve la continua crescita del movimento?

“Il livello tecnico e organizzativo è lievitato, e questo vale anche per la Serie B. Forse tanti atleti, non potendo sostenere gli impegni a livello professionistico e semi professionistico, hanno deciso di passare da noi. Di certo c’è che questi campionati una volta erano considerati amatoriali, o per gente di una certa età; oggi invece ci sono giovani che vengono qui anche se hanno richieste in ottime categorie FIGC”.

 

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