Il 2025 resterà un anno calcisticamente indimenticabile per la parrocchia di San Giorgio a Cellatica, da quasi vent’anni un punto di riferimento nel panorama del calcio a 7 locale. In massima serie, il San Giorgio A ha vinto il campionato con due giornate d’anticipo e ora ambisce ad un ruolo da protagonista nelle fasi provinciali; tra i cadetti, spicca invece l’impresa della squadra B che a pochi mesi dalla fondazione ha centrato l’obiettivo promozione con un sorpasso all’ultima giornata. A raccontare l’atmosfera che si respira in oratorio è Andrea Baldussi, fino all’estate scorsa in campo con il SangioA e oggi vice allenatore della formazione B.
Partiamo dalle origini del calcio a 7 a San Giorgio.
<<Circa diciotto anni fa emerse l’esigenza di dare una seconda possibilità a chi non aveva giocato nel Cellatica a 11. Nacque così una squadra oratoriale di calcio a 7. Di quel gruppo iniziale, sono stato l’ultimo ad abbandonare il terreno di gioco>>.
L’estate scorsa, l’inizio di una nuova storia…
<<Mister Rossato, per un triennio mio allenatore al SangioA, mi propose di fondare un nuovo gruppo. Lui è un mago di questo sport: quando prese in mano la squadra dopo il Covid, la portò a vincere il campionato in B e in A e disputare una finale provinciale e una di coppa. All’indomani di quest’ultima, ecco la chiamata per fargli da vice>>.
Qual è il segreto di una piazza che riesce a fare calcio a 7 così bene?
<<Sicuramente l’ambiente che da sempre si respira, la voglia di stare insieme, trovarsi e lottare fino all’ultimo pallone. Con una parola buona per tutti, aiutandosi nelle difficoltà. Poi chiaro che i giocatori forti fan vincere le partite. Quest’anno non ci conoscevamo, la squadra era tutta nuova, ma già dopo pochi allenamenti ho capito che avremmo potuto fare bene>>.
E com’è stata la coesistenza con il SangioA?
<<Abbiamo condiviso gli stessi spazi e mi piace definirci come due rami della stessa pianta, anche se sportivamente parlando è normale debba esserci un po’ di sana competizione. Se l’anno prossimo sarà derby, in campo sarà una battaglia ma poi tutti a tavola assieme davanti ad un bello spiedo>>.
Tra loro, anche uno dei tuoi più cari amici…
<<Fabio Trombetta, a mio avviso il più forte giocatore a 7 della provincia di Brescia. Lo conosco da quando avevamo sei anni. E l’obiettivo sarà non fargli fare gol quando lo affronteremo!>>.
C’è stato un momento della vostra stagione che consideri come una svolta?
<<Inizialmente non brillavano, del resto molto ragazzi erano fermi da anni e tornare non è mai facile. All’andata arrivarono cinque sconfitte di fila: ci fu un chiarimento nello spogliatoio, ci siamo detti che non potevano essere questo. Da lì siamo ripartiti e ci siamo rialzati, seguendo con umiltà gli insegnamenti di mister Rossato. Siamo andati oltre ogni aspettativa, la nostra è stata una vera impresa>>.
Con un finale da brividi…
<<Il sorpasso è arrivato all’ultima giornata. Alle 20:30 c’era lo scontro diretto tra Paderno (secondi) e Casazza (quarti). Noi eravamo terzi e saremmo scesi in campo mezz’ora dopo, il nostro DS era a Paderno per aggiornarci. All’intervallo della nostra partita ci ha comunicato che sarebbe dipeso solo da noi, da lì in poi è stata tutta un’unica emozione>>.
Quali sono gli obiettivi futuri di questa squadra?
<<Ora ci giocheremo il nostro campionato di A. Abbiamo già più di un idea sul mercato, c’è il passaparola e tanti si propongono. Vedremo nelle prossime settimane. Quello che sogno è un derby di altissimo livello: prima c’era una sola squadra da temere a Cellatica, vorrei diventassero due>>.
Come vedi la squadra A nelle ormai prossime fasi provinciali?
<<Hanno perso un paio di pedine importanti ma hanno indubbiamente una rosa lunga e di qualità. Sono certo sapranno dire la loro e spero riescano a portare a casa la vittoria>>.
Conosci questo mondo da sempre. Come si spiega l’evoluzione di questi ultimi anni?
<<Ci sono giocatori con la G maiuscola che arrivano al calcio a 7 e rinunciano a categorie importanti Figc. E se chiedi loro se si son pentiti, alcuni ti rispondono che, tornassero indietro, anticiperebbero la scelta. Il livello bresciano è altissimo e me ne sono reso conto facendo in passato i regionali: non c’era confronto tra noi e loro, abbiamo molta più competitività e selezione>>.