"Chiunque vorrebbe allenare un gruppo così". Le parole di Stefano Nachid, allenatore dei Sanpa Lions

Che un gruppo di amici decida dopo anni di inattività di rimettersi in gioco e di calcare i campi di calcio a 7 non è una storia inedita; che invece la squadra in questione, nel campionato d’esordio in serie B, ottenga 20 vittorie e un pareggio in 21 partite è qualcosa che non capita certo tutti i giorni. Siamo a San Pancrazio, frazione di Palazzolo sull’Oglio, dove i Sanpa Lions hanno festeggiato con largo anticipo il primo posto e la promozione in massima serie. A raccontare questa cavalcata irripetibile è Stefano Nachid, allenatore e uomo guida della giovane banda bresciana.

 

Come nascono i Sanpa?

“Quattro ragazzi di San Pancrazio, migliori amici da sempre, a gennaio dell’anno scorso decisero di creare una squadra di calcio a 7. Iniziarono subito a programmare tutto, a contattare gran parte dei giocatori, e a marzo mi chiesero di fargli da allenatore”.

 

Come li conoscevi?

“Sono quasi tutti del paese oppure avevano giocato qui nelle giovanili. Io ero il loro secondo allenatore nella Juniores del San Pancrazio, prima del Covid, quindi avevamo già una buona base di partenza. Sono bravi ragazzi con dei valori importanti”.

 

Siete ripartiti quasi tutti da zero.

“Dopo il Covid la maggior parte di loro aveva smesso di giocare, ad eccezione di quattro o cinque elementi. Avevano tanta voglia di rimettersi in gioco e a tirar su una quindicina di persone c’è voluto poco. È un gruppo molto giovane: ci sono un paio di ‘97 e il resto ha un età compresa tra il 2001 e il 2003”.

 

Com’è stato l’approccio al calcio a 7?

“Quasi nessuno c’aveva mai giocato. Volevamo ragazzi determinati che avessero voglia di iniziare un percorso e dedicarci tempo e passione. Per far gruppo abbiamo fatto un ritiro di tre giorni a Canè, in montagna, l’idea è stata subito appoggiata. Il direttivo si confronta quotidianamente per fare in modo che le cose vadano nel migliore dei modi, senza lasciare nulla al caso”.

 

E i risultati non han tardato ad arrivare…

“Ci siamo fissati fin da subito degli obiettivi. Il gruppo c’era, la qualità pure: su di loro non nutrivo alcun dubbio se non quello di non essere abituati al calcio a 7. Io ho giocato nel Boca Sampa, conosco il livello del torneo e ho cercato di fare capire l’idea. Li ho allenati, sapevo non fossero secondi a nessuno: certo, per diventare una squadra occorre anche altro”.

 

Qual è stato il segreto di un campionato così vincente?

“La loro voglia di aiutarsi, di capire come funzionasse questo calcio. Han voluto fare le cose nel migliore di modi. Abbiamo lavorato tanto sul gruppo e un altro allenatore si è occupato egregiamente della parte atletica. Lo spogliatoio è stato considerato come una cosa sacra, da vivere tra di loro. Tutti si sono messi a disposizione, mai una parola di troppo, e si sono sempre allenati bene nonostante un solo allenamento settimanale. Credo che chiunque vorrebbe allenare un gruppo così”.

 

C’è stato un momento decisivo durante l’anno?

“Per assurdo la prima di campionato, l’unica che abbiamo pareggiato. Avevamo di fronte gli Implast, un avversario che conoscevamo bene e che avevamo battuto 12-1 in amichevole poco prima. Con quel pareggio all’esordio abbiamo capito subito che non si sarebbe potuto scherzare: abbiamo quindi affrontato una partita alla volta, con l’idea di vincerle tutte e che ogni vittoria sarebbe dipesa solo da noi”.

 

E adesso, la serie A.

“Ci porremo lo stesso obiettivo di quest’anno. Tranne due o tre squadre, non conosciamo chi affronteremo. Ci sarà da lavorare perché le partite saranno diverse e sempre contro squadre di livello. Intanto salviamoci già a dicembre, poi tireremo le somme. Non ci porremo limiti, seppur rispettando gli avversari. Ma l’obiettivo, se non vincere il campionato, è almeno giocarsela con quelle di vertice”.

 

A chi dedichi questa vittoria?

“Ai ragazzi stessi, al direttivo che ha creato il gruppo e mi ha scelto. Siamo una grande famiglia e ci stiamo togliendo tante gioie. Grazie agli sponsor, in particolare a LP Costruzioni. E un pensiero ad Alessandro Felotti, nostro attaccante che poche partite fa si è rotto tibia e perone e non ha potuto festeggiare martedì sera. Se siamo arrivati fin qui, è stato anche grazie ai suoi gol”.

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