Calvisano è reduce dai festeggiamenti per la sagra della Beata Cristina, dal 1977 un appuntamento irrinunciabile per gli abitanti della cittadina della Bassa. Tra gli stands che nel weekend hanno colorato le vie del centro storico ce n’era uno nero e oro, nel cuore di piazza Caduti, con un motto che balzava subito all’occhio: We Are Calvisano. Loro sono Alberto, Alessandro, Andrea, Cristian e Federico, e dopo tanti anni hanno deciso di indossare nuovamente gli scarpini e tornare sui campi di calcio. Ma il loro progetto è molto ambizioso: a raccontarcelo è Alberto Bonandi, uno dei fondatori.
Com’è nata la vostra realtà?
<<Siamo un gruppo di ragazzi di Calvisano non più giovane a livello calcistico: abbiamo dai 34 ai 37 anni. Insieme abbiamo giocato nelle giovanili della Calvina, poi qualcuno si è spostato altrove fino a perdersi per motivi familiari o a causa di infortuni. La scorsa estate, dal nulla, abbiamo iniziato a parlare con nostalgia degli anni passati ed abbiamo pensato di fondare una nuova società. Ci siamo attivati per contattare i vecchi compagni di squadra più qualche nuovo innesto e, nel giro di un paio di mesi, abbiamo iscritto due squadre al CSI Brescia: una in Serie B Open e una Juniores>>.
Domanda probabilmente scontata, come mai questo nome?
<<Volevamo sottolineare l’identità calvisanese e fare qualcosa per il territorio. Il nostro è un progetto a lungo termine: abbiamo iniziato lo scorso settembre e siamo in grande crescita. L’idea è di inserire altre formazioni nel settore giovanile e formare una squadra femminile. Ci piacerebbe creare una realtà unica e affiatata e le premesse sono ottime: c’è già un gruppo di giovani molto unito che ci segue, sentiamo la loro volontà di portare avanti quanto facciamo. Vogliamo inserirli nella rosa della prima squadra ma soprattutto nel nostro gruppo>>.
Mi pare di capire non ci sia solo il calcio nelle vostre intenzioni…
<<Esatto, siamo partiti da quello, ma vogliamo essere attivi anche nel sociale. Il nostro primo evento è stato uno spiedo lo scorso novembre che ha riscosso grande successo, con ben 350 adesioni. A dicembre abbiamo poi organizzato per i bambini il carretto di Santa Lucia, ovviamente con il logo We Are Calvisano. Lo scorso weekend invece è stata la volta del banchetto in fiera>>.
Raccontaci questa recente esperienza.
<<E’ stata un’esperienza davvero coinvolgente con un afflusso di visitatori impressionante, il giusto connubio tra tradizione e giovani. Si sta muovendo qualcosa e noi vogliamo farne parte. Ci siamo fatti conoscere, dagli sponsor e dalla popolazione, e abbiamo organizzato un torneo di calcio per ragazzini nell’area sport della fiera. Abbiamo fatto del volantinaggio in vista della prossima stagione, parlato con i genitori, e proprio nel weekend è nata l’idea di una squadra femminile: un’esigenza dovuta all’assenza di realtà simili nella zona>>.
Torniamo al calcio giocato. Parlaci della tua carriera personale.
<<Con questo sport ho sempre avuto un rapporto di “odio e amore” a causa dei tanti infortuni. Ho fatto la trafila delle giovanili alla Calvina e nel mentre ho avuto anche un’esperienza nel Rugby Calvisano, perché ero un po’ una testa calda e litigavo con gli allenatori. Ma la nostalgia per il pallone s’è fatta presto sentire. Ho giocato quattro anni ad Acquafredda salendo dalla Terza alla Seconda Categoria, poi il primo stop che mi ha tenuto fermo fino al 2019. Sono tornato a giocare nel CSI a Calvisano ma mi infortunai gravemente nella gara d’esordio>>.
E poi il ritorno la scorsa estate…
<<Tornare non è stato facile, da parte mia c’era tanta paura ma ho deciso di riprovarci. Senza urlarlo troppo, sto riuscendo a disputare una stagione completa e ho anche realizzato dieci gol, quindi per ora sono più che soddisfatto>>.
E la stagione della squadra invece?
<<Mancano cinque partite alla fine e siamo a metà classifica. Ci sono stati alti e bassi, con due pesanti sconfitte contro formazioni di vertice, e ci siamo anche tolti qualche soddisfazione. Eravamo fermi da parecchio e credo avremmo messo la firma per un campionato così. Per il futuro l’obiettivo è inserire un paio di elementi giovani e provare a fare il salto di qualità>>.
E magari vincere un derby contro l’Avis Calvisano!
<<Assolutamente sì, ma attenzione perché rischiamo grosso – ride –: con il nome che ci siamo scelti, perdere sarebbe davvero un problema!>>.