Cucchiai, rabone, elastici o rovesciate: tanti giocatori, sia a livello professionistico che amatoriale, si sono distinti nell’arco della carriera per una particolare giocata o un gesto tecnico specifico. Il marchio di fabbrica di Andrea Ciotti, capitano della Virtus San Faustino, è stato fin dagli esordi la lunghissima rimessa laterale: una giocata utilizzata con successo a 11 e ormai ben rodata anche a 7.
Partiamo quindi da questa curiosità…
<<È un qualcosa nato quasi per caso quando giocavo nella Juniores, non c’è un segreto vero e proprio. A quei tempi mi associavano a Stankevicius ma non direi di essermi ispirato a lui. Una gittata da circa trenta metri, ho capito che poteva diventare un’arma: ho iniziato a sfornare assist su assist che spesso si trasformavano in gol>>.
E funziona anche oggi a 7?
<<Con un campo di dimensioni ridotte all’inizio ho avuto qualche difficoltà, poi sono riuscito a prendere le misure e adesso la ripropongo anche a San Faustino. È una soluzione offensiva interessante>>.
Ripercorriamo insieme la tua carriera.
<<Ho iniziato a giocare a 7 proprio a San Faustino, il quartiere dove abitavo allora. Poi ho terminato le giovanili nel Park Hotel a 11 fino al passaggio in prima squadra. Sono stato lì dieci anni e siamo saliti dalla Terza alla Prima Categoria, e una stagione l’ho trascorsa a Nave. Poi, nel 2018, sono approdato alla mia attuale squadra>>.
Un addio al calcio a 11 piuttosto precoce…
<<Inizialmente mi è mancato, s’è fatta sentire un po’ di nostalgia. Tra lavoro e famiglia, giocare di domenica iniziava ad essere impegnativo. Ho scelto un compromesso e sono passato a 7 con gli amici>>.
Ma l’attuale serie A non è più un semplice campionato tra amici, giusto?
<<Verissimo. C’è stata una crescita tecnica enorme e il torneo non può più essere considerato un “declassamento” del calcio Figc o un qualcosa per quarantenni a fine carriera. Oggi ci sono squadre giovani e preparate sotto ogni punto di vista. Probabilmente dopo la pandemia la gente voleva più leggerezza, qualcosa di meno impegnativo, ma la mentalità del calcio a 11 si è trasferita anche qui>>.
Veniamo quindi alla squadra di cui sei capitano.
<<Nata come tante altre da un gruppo di amici, siamo stati da subito molto competitivi. Al mio primo anno in Eccellenza nel 2018 abbiamo conquistato promozione e provinciali mentre nella stagione successiva, la prima in Élite, è arrivata subito la vittoria del campionato. Infine, nel 2023, abbiamo vinto la Coppa Leonessa>>.
Come si riesce a mantenere alta la competitività nel corso degli anni?
<<Dopo il Covid qualche difficoltà c’è stata ma abbiamo fatto una fusione con il Sant’Anna, squadra della Badia dove militavano elementi che hanno alzato il tasso tecnico. Abbiamo amalgamato il gruppo e oggi la rosa vanta ben diciotto elementi. Essere così numerosi è indubbiamente un valore aggiunto, specie negli allenamenti>>.
Come sta andando la stagione in corso?
<<Abbiamo affrontato delle difficoltà per via di qualche infortunio di troppo, ma il nostro obiettivo restano i provinciali. Come già detto, è un campionato di altissimo livello: con quattro retrocessioni tutto è sempre in bilico, le squadre partono alla pari e si lotta sempre. La quintultima è a quattro punti da noi, quindi bisogna guardarsi anche alle spalle e non solo davanti>>.
Qual è il tuo ricordo più bello legato al mondo del calcio?
<<Il calcio per me una passione nata da bambino in oratorio e coltivata nel corso degli anni. Un momento indimenticabile a 11 è sicuramente la finale play-off vinta a Cellatica nel 2016 e grazie alla quale siamo saliti in Prima Categoria. Invece, con il San Faustino a 7, dico i Provinciali in Eccellenza nel 2019>>.
E il tuo idolo calcistico?
<<Da ragazzino andavo a vedere le partite del Brescia e quindi ovviamente Roby Baggio. Essendo però io un difensore centrale, non posso non nominare anche Giorgio Chiellini>>.