"Solo chi ha giocato può capire la gioia di un gol". Parla Samuele Castelnuovo, capocannoniere con il Casto Alcafond

Ad una giornata dal termine del girone d’andata inizia a delinearsi una fuga a tre per la classifica marcatori della Serie A Open CSI Brescia. Il fine settimana dell’Immacolata ha portato un cambio della guardia al vertice: la coppia formata da Pier Paolo Togni (GSO Verolavecchia, girone A) e Gianluca Scarale (PPZ 2014, girone D) ha messo a segno “solo” un gol a testa e ad approfittarne è stato Samuele Castelnuovo, mattatore del Casto Alcafond nel girone G, balzato nuovamente al comando grazie al favoloso poker rifilato alla Tecnocontrol. Classe 2001, al suo terzo anno nel calcio a 7, il bomber valsabbino sta spingendo la sua squadra verso i play-off, un sogno accarezzato un anno fa ma sfumato per un solo punto nella volata finale.

 

Che tipo di attaccante ti definiresti?

“Il classico numero 9, l’attaccante di sfondamento che vuole fare gol in qualunque momento. La gioia di una rete è un qualcosa che solo chi ha giocato può capire. La mia passione per questo sport nasce da piccolo, quando dopo la scuola correvo al campetto con gli altri bambini”.

 

Stessa domanda già posta ad un altro bomber come te: quando senti dire che prima dei tuoi gol viene la squadra…

“È vero, ma se non faccio gol e gioco male non riesco proprio a digerirlo. Vivo per segnare, è come una malattia. Mi piace l’idea che la squadra vinca grazie ai miei gol”.

 

Ricordi la prima volta?

“Quando ho esordito in prima squadra con la Nuova Valsabbia, lo ricordo come fosse ieri. Sugli sviluppi di un corner, appostato fuori area, al volo sotto l’incrocio. L’avversario era il Calcinato”.

 

Raccontaci la tua carriera.

“Ho iniziato a giocare a calcio nei Pulcini della Nuova Valsabbia, a Sabbio Chiese. Qui ho fatto tutta la trafila delle giovanili fino all’esordio in prima squadra a 16 anni, in Prima Categoria. Due anni dopo sono passato a Odolo in Seconda e successivamente a Castel Cimego in Trentino, di nuovo in Prima. Nel 2021 sono quindi passato al calcio a 7”.

 

Come mai hai lasciato così precocemente il calcio a 11?

“Giocavo a due ore da casa e avendo a che fare con turni lavorativi notturni era difficile conciliare tutto. Ma il calcio non volevo lasciarlo e quindi ho cercato una squadra più vicina”.

 

E com’è stato l’approccio a questa nuova realtà?

“Sono partito dalla serie B a Barghe, poi ho accettato la proposta del Casto Alcafond. Ho ritrovato qualche vecchio compagno di squadra a 11, mi hanno convinto ad unirmi a loro ed è stata la scelta giusta. Anche la scorsa estate ho avuto proposte, ma qui hanno dimostrato di tenere molto a me e sono rimasto”.

 

Che impressione ti ha fatto la serie A dal punto di vista tecnico?

“Molto meglio di quanto pensassi. Ci sono squadre forti e che hanno voglia di fare bene. Non nascondo che vedo giocatori e squadre superiori a certe che ho visto nel calcio a 11”.

 

Per un attaccante è più semplice fare gol a 7?

“Sicuramente, oltre ad essere più divertente, ma hai meno compiti e sei meno legato a schemi. Hai migliaia di possibilità di segnare e in modi diversi”.

 

A quale attaccante ti sei ispirato?

“Xherdan Shaqiri, mi hanno sempre paragonato a lui! Baricentro basso, polpacci grossi e movenze simili”.

 

Veniamo alla tua squadra attuale. Quali sono i vostri obiettivi?

“Sono felice di essere qui, è un gruppo molto unito. Abbiamo sfiorato i play-off un anno fa e ci piacerebbe ripeterci. Teoricamente l’obiettivo è salvarsi il prima possibile ma, visto come stanno andando le cose, proveremo a lottare e rimanere attaccati al gruppo di testa. Con l’impegno, i risultati arrivano”.

 

E il tuo personale di gol?

“Punto ad una cinquantina di reti, so che è dura ma ci voglio provare”.

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