Sta per alzarsi il sipario su una nuova esaltante stagione di calcio a 7. Tra le regine della categoria CSI Open c’è indubbiamente la R.G. S. Francesco A, reduce da un’annata superlativa in cui sono arrivati prima il titolo Provinciale e poi quello Regionale. Il gruppo di Tagliaferri è ripartito nel migliore dei modi venerdì scorso con la netta affermazione in Supercoppa ai danni dell’USO Ponte San Marco, ma a Santa Giustina nessuno si nasconde dietro un dito: l’obiettivo è andarsi a riprendere un sogno interrotto sul più bello lo scorso luglio, ovvero il titolo Nazionale. A raccontarlo è il capitano e simbolo Luca Bignotti, classe 1998, pronto a prendere per mano i compagni e guidarli a suon di gol verso nuovi ambiziosi obiettivi.
Iniziamo dalla tua carriera, raccontaci dei tuoi inizi sul rettangolo verde.
“Da bambino ho iniziato nel Montichiari, poi sono passato al Castiglione e in seguito alla Feralpisalò, dove ho fatto la trafila dai Giovanissimi alla Beretti. Finite le giovanili sono stato un anno in Eccellenza al Calvina, dove ho conquistato la promozione in D. Al termine di quella stagione ho deciso di passare al CSI e da sette anni sono al R.G. S. Francesco”.
Cosa ti ha spinto ad entrare nel mondo del calcio a 7?
“Giocavo da vent’anni a 11 ed ero un po’ stufo, mi hanno convinto alcuni amici ad iniziare con loro: mi sono lasciato coinvolgere e mi sono veramente trovato bene, si è creato uno splendido gruppo”.
Descriviti come giocatore, quali sono le tue caratteristiche?
“Già a 11 ho sempre agito da prima punta in qualunque modulo abbia giocato. Chiaro che avrei fatto quel ruolo anche a 7, dato che qui la punta è unica. Area di rigore, spalle alla porta, mi definirei un giocatore semplice ma efficace”.
C’è stata una figura nella tua carriera, magari nei primi anni di scuola calcio, cui tu sei riconoscente per averti avvicinato a questo sport o per averti insegnato qualcosa?
“Dovessi farti un nome, direi Ivan Rizzardi a Castiglione. Lui mi aveva preso in simpatia ma al tempo stesso mi aveva rimesso sulla buona strada in un periodo in cui non andavo bene a scuola. Mi ha aiutato a dare la giusta visione del calcio rispetto a tutto il resto, a dare la giusta proporzione”.
Qual è stato invece il tuo idolo calcistico, quello cui ti sei ispirato?
“Non ho modelli particolari, mi piace in generale il bel calcio, anche se da giovane avevo un debole per Benzema”.
Oltre al calcio, com’è il tuo rapporto con i compagni di squadra? C’è qualcuno con cui ha legato in particolare?
“Alcuni li conoscevo da quindici anni, altri erano già amici, quindi c’era già un legame forte. Ho avuto invece modo di conoscere le figure storiche di Santa Giustina, come il mister o gli ex giocatori poi diventati dirigenti, ed è stata una bella scoperta. Mi sono trovato subito bene”.
Com’è stato iniziare la stagione alzando, da capitano, la Supercoppa davanti al pubblico di casa?
“È stato davvero bello, la giusta chiusura di un’annata indimenticabile in cui abbiamo raggiunto prima i Provinciali, poi i Regionali e infine il terzo posto ai Nazionali. Davvero una bella sensazione”.
L’anno scorso per voi è stata una cavalcata trionfale conclusa con un titolo nazionale mancato di un soffio. Quest’anno c’è la volontà di andare a riprenderselo?
“Certo, l’idea c’è: ci siamo andati davvero vicini e quindi dobbiamo e vogliamo riprovarci. È stato bello, ci siamo divertiti, siamo stati in viaggio quattro giorni con famiglie al seguito: un’esperienza indimenticabile, ripeterla è indubbiamente il nostro obiettivo”.
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