La maggior parte delle squadre amatoriali prende forma quando alcuni amici, uniti dalla sconfinata passione per il calcio, rompono gli indugi e provano a mettersi in gioco. Ma se il percorso intrapreso troverà continuità nel corso degli anni sarà grazie soprattutto a quelle preziose figure in grado da far da collante al gruppo e a tenere viva quella fiamma. A volte in campo, altre dietro le quinte. È il caso di Daniele Cobelli, DS della Cartomariapia, società nata nel 2007 e che oggi milita in serie B Open CSI Brescia.
Prima di parlare della squadra, raccontaci il tuo percorso da dirigente.
“Ho iniziato per scherzo in un torneo estivo a Raffa di Puegnago nel 2003. Avevo 17 anni, compilavo le distinte per una formazione composta da amici. Poco dopo sono passato ad una squadra di Puegnago che giocava a 6, quindi cinque anni a Padenghe (tra calcio a 11 e a 6) e il ritorno a Puegnago alla Cartoleria Maria Pia, l’attuale Cartomariapia, nel 2010”.
Come definiresti il tuo ruolo?
“Mi piace definirmi il factotum della squadra. Gestione del campo, borracce, palloni: sono la figura che fa sì che i giocatori debbano solo pensare a giocare. Ma sono anche colui che ama parlare con i ragazzi, confrontarmi con loro, sapere il loro parere. Sono sempre stato negli amatori, ho vissuto solo questo mondo, è la passione che mi porta a fare questo. Mi piace relazionarmi con le altre squadre e tornare a parlare delle partite”.
Veniamo quindi alla Cartomariapia.
“Nata sul campo in terra battuta di Puegnago nel 2007, il nostro fortino, si è poi spostata sul sintetico a Villa di Salò. Abbiamo una società strutturata, con presidente e vice, allenatore e staff. La nostra forza è il gruppo, un bel mix di giovani e di esperti. Ci troviamo anche fuori dal campo, c’è un ottimo rapporto. Questo calcio è nostrano, ma ha tanti valori”.
Come mai questo nome, e il simbolo dell’aquila?
“Il nostro presidente Massimiliano Agostini allora aveva una cartoleria gestita da lui e dalla moglie Mariapia. Oggi l’attività non esiste più ma noi siamo affezionati a quel nome e lo portiamo avanti da anni. Il nostro stemma è invece dovuto alla fede laziale del presidente, e da lì siamo diventati aquilotti”.
Qual è il segreto per continuare così a lungo?
“Da noi, come amo sempre dire… si sta bene insieme! C’è armonia, chi è passato di qui si è sempre trovato bene e nell’ambiente siamo conosciuti per il clima che si respira. Ai ragazzi che arrivano cerchiamo di trasmettere lo spirito di appartenenza a questa maglia e alla sua piccola storia. Quando questo riesce, per me è una vittoria. Ci tengo a ricordare ogni singola persona che è passata da qui: ognuno ci ha dato qualcosa”.
Come vanno le cose in campo?
“Negli anni abbiamo sempre ottenuto buoni risultati, in questa stagione siamo a metà classifica e abbiamo affrontato qualche difficoltà. L’obiettivo è proseguire nella nostra crescita e continuare a divertirsi insieme come sempre”.
Quali sono i ricordi più belli di questi anni?
“Ne abbiamo tanti e ripensarci è sempre un piacere. Sul campo direi il primo posto in Promozione nel 2015, ma anche gli scontri diretti in coppa nel 2018 e nel 2023 perché c’era l’emozione della partita decisiva. Aggiungo anche i nostri ritiri estivi in Val di Non, una bellissima esperienza che ci permette di stare insieme, allenarci e fare festa”.