Ottant'anni di Csi. Scalfi: "Gli oratori sono la nostra casa"; Bosio: "Formiamo cittadini"

L’oratorio Paolo VI di Bovezzo ha ospitato sabato pomeriggio la festa per gli 80 anni del Csi Brescia. Negli ampi spazi del centro, il Comitato provinciale ha organizzato momenti di condivisione, tornei ed interviste a dirigenti storici, per concludere con la messa celebrata da monsignor Pierantonio Tremolada.
La giornata è stata pensata per portare alcuni dei propri tesserati a sfidarsi, più per esibizione che per trofei, sui campi di calcio, pallavolo e pickleball; ma anche permettendo a tutti i giovani, dell’oratorio di Bovezzo o anche solo di passaggio, di cimentarsi con gare di abilità (calcio, basket, tiro a segno), mettendo in palio coppe, medaglie e gadget.

La risposta è stata entusiasta, di conseguenza l’idea felice, come ammette Emiliano Scalfi, presidente del Comitato provinciale: «Volevamo festeggiare questo traguardo, gli 80 anni di Csi Brescia, e abbiamo voluto farlo laddove siamo nati, negli oratori. Abbiamo pensato alla giornata organizzando dei piccoli tornei e dei corner per far giocare tutti, anche chi non conosce il Csi. La giornata è riuscita, i ragazzi si sono divertiti, le famiglie sono state contente. Abbiamo scelto Bovezzo per gli spazi».

«Abbiamo avuto la fortuna di avere gente all’interno del Csi che ha saputo cambiare a seconda dei cambiamenti della società – continua Scalfi –. Siamo nati all’indomani della Seconda Guerra Mondiale grazie ad un’intuizione di Luigi Gedda, che riportò i bambini flagellati dal conflitto al gioco. Non è la stessa cosa, ma gli va vicino, ciò che è successo col Covid. Anche in quell’occasione abbiamo saputo rimodellarci in base a quello che la società ci chiedeva. La forza del Csi è saper ascoltare, cercare nuovi sport, sapersi trasformare. Ed essere inclusivi. Abbiamo 76mila tesserati, 550 società sportive affiliate. I numeri non vogliono dire tutto, ma vogliono dire tanto».

Tra i presenti illustri, il presidente del Csi nazionale, Vittorio Bosio: «Di Csi c’è sempre bisogno. Non ci ripromettiamo di formare campioni, ma di formare cittadini. La nostra forza è il rapporto con la comunità, l’accoglienza di tutti. Abbiamo la fortuna di avere ancora tanti dirigenti che ci credono. Brescia è uno dei Comitati più importanti d’Italia, dobbiamo lasciarci trascinare da gruppi come quello di Brescia».

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